Il gruppo fa la forza: chi seguire per creare gruppi efficaci e funzionali?

Il 7 luglio, presso il Grand Hotel Lamezia, i volontari del Servizio Civile Universale si sono nuovamente riuniti per continuare la loro formazione specifica.

Una nuova tematica li ha attesi: la gestione delle relazioni di gruppo durante il loro percorso di volontariato. Relazionarsi con gli altri non è sempre facile e all’interno di una dinamica di gruppo la difficoltà aumenta, per questo ai ragazzi è stato impartita l’importanza di imparare a vivere nel contesto equipe, seguendo il leader strutturale ed evitando di diventare un leader funzionale che potrebbe mettere a rischio il buon funzionamento dell’organismo di cui fanno parte.

Le attività di laboratorio hanno ampiamente dimostrato come far funzionare un gruppo non sia alla portata di tutti, un leader o più possono emergere e creare un contesto conflittuale, ed è per questo che il gruppo deve possedere le giuste capacità critiche e di discernimento per distinguere il leader, che ha delle qualità e caratteristiche distintive, dal capo che a sua volta presenta particolari atteggiamenti.

Saper distinguere tra un capo ed un leader può diventare, per molti, quasi impossibile, eppure nella giornata trascorsa insieme ai formatori i ragazzi hanno acquisito dei nuovi criteri e avuto esempio dell’insieme di tratti che contraddistinguono tali figure.

Un capo è colui che presenta la sua posizione fortemente, solitamente impone la propria ideologia e metodologia ai suoi impiegati e tende a fare poco gioco di squadra, scavalcando le idee altrui per far rispettare le proprie.

Un leader, invece, tende a giocare in squadra e per la squadra, si cura dei componenti di tale gruppo tendendo a potenziare le qualità e abilità di essi. Il leader non impone ma guida, da esempio ed è aperto al dialogo.

La giornata si è conclusa con una maggiore presa di considerazioni che le emozioni non sono negative, non devono essere soppresse o nascoste per ottenere buoni risultati durante la propria esperienza di via e di volontariato. I ragazzi hanno appresso che il miglior risultato possibile può essere raggiunto nel momento in cui le emozioni vengono adeguatamente ascoltate e gestite, così da diventare bravi ascoltatori di se stessi e degli altri.