
Avviarsi alla strada del servizio in Caritas richiede consapevolezza, informazione e formazione, offrire un corso adeguato a queste necessità non è un’impresa semplice, ma se guidata da abili formatori genera buoni frutti. I giovani del Servizio Civile Universale della Calabria hanno avuto l’opportunità di riunirsi dal quattro al sette giugno 2025 presso l’Hotel “San Francesco” in Paola (Cs) ed essere guidati alla riflessione e all’apprendimento attraverso attività pedagogiche, creative e immersive che hanno incoraggiato all’apertura e alla collaborazione.
In una società individualista pensare all’altro è un atteggiamento che sta svanendo rapidamente, chi si mette a disposizione a compiere servizio presso un ente come la Caritas deve però uscire da questo schema e accostarsi al mondo delle diversità e dell’accettazione. Amore, solidarietà, ascolto e dialogo sono fondamenta dell’apertura ai bisognosi ed è per questo che il corso di inizio servizio ha puntato alla sensibilizzazione dei ragazzi a questi comportamenti.
“Quanto più il carretto è vuoto tanto più fa rumore”. La scelta più significativa che si possa fare in questo cammino di dodici mesi è servire con umiltà, silenziosi ma attivi. L’incoraggiamento dell’Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano si è focalizzato sulla gratuità. La gratuità va contro gli schemi capitalistici della nostra attualità; eppure, S.E. Mons. Giovanni Checchinato ci tiene a sottolineare che la felicità si può ottenere donando, anzi è nella gratuità che si creano relazioni significative e ci si avvia alla crescita. I volontari del Servizio Civile sono invitati a tendere gratuitamente e grandemente il cuore e l’orecchio quando si accostano agli “ultimi”.
I formatori hanno donato un importante slogan da adottare “Non siete e non dovete essere pronti a tutto”. La collaborazione di gruppo ed il dialogo sono la chiave del rapporto umano tra volontari e tra volontari e poveri, nessuno è un’isola, ognuno deve diventare parte consapevole e partecipe del sistema. Vivere da solista nella realtà non porterà mai al miglior risultato possibile nei contesti della povertà e del bisogno. Allora la sincronia è il miglior risultato possibile di cui ci si può avvalere: trovare il giusto ritmo del cuore, equilibrare l’ascolto e la risposta, essere assertivi senza eccedere nella passività o nell’aggressività.
Questo primo corso di formazione si è concluso con l’esortazione di rispondere pienamente al ruolo di “animatori di persone” e “ascoltatori attenti di bisogni”.